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Biblioteca Aldo Luppi

Nero ferrarese di Lorenzo Mazzoni

  

Tre colpi d’arma da fuoco: mano sinistra, petto e spalla. Così si presenta il corpo del ragazzo di estrema destra trovato morto nell’auto. Una Ferrara ancora sotto shock per l’omicidio Aldrovandi piomba nella paura di attentati politici. Pietro Malatesta, ispettore di polizia e anarchico di natura, si troverà a indagare su un omicidio dalle dubbie motivazioni. Brigate rosse? NAR? Ferrara cerca la sua verità. Un giallo che rimane in perfetto equilibrio tra le indagini e la movimentata vita privata dell’ispettore, fatta di scarse amicizie poco raccomandabili, e di una passione per la Spal. Con a fianco Gavino Appuntato, l’unico poliziotto che riesce a lavorare con Malatesta, l’ispettore tenterà il tutto per tutto per risolvere il caso.

Il libro  inizia con una scena di sesso esplicito. Ma non è un libro che parla di sesso; è un giallo che parla di  politica. 
E' la nuova indagine dello sbirro anarchico Pietro Malatesta. 
Strano personaggio, questo poliziotto ferrarese: con un passato da teppista, che gira solo in bicicletta, si veste come Starsky di Starsky & Hutch,  divide la casa con la madre che coltiva "erba", l'ex moglie, un figlio nullafacente e il Boy, il palestrato zero-cerebro che sta con la sua ex.
Tutto molto ferrarese: è precisa la geografia e la descrizione delle scene. Perfettamente esemplificata dalla fauna della curva Ovest della SPAL la commistione, tipica di una città di provincia: anarchici, comunisti, fascisti, leghisti e non schierati.
Molto ferrarese anche lo stile: con quegli sgradevoli, inquietanti e improvvisi elementi disturbanti che sbucano tra le righe, come un paracarro dalla nebbia.
Si toglie diversi sassolini Lorenzo Mazzoni: sassi che oltrepassano la realtà di provincia con l'ottusità degli investigatori destrorsi, focalizzati sulle "zecche rosse" e che perdono perciò l'occasione di vedere l'insieme. 
Piccoli sassi locali:  ascesa e caduta del centro sociale Drazdamir, da luogo di cultura underground a pattumiera per disperati e spacciatori; la gestione criminale e corrotta della SPAL che l'ha portata in C2.
Fino a un sassolino quasi personale, mentre descrive un luogo dove Mazzoni ha lavorato da ragazzo: "la terrificante e gigantesca struttura che conteneva un supermercato, una multisala cinematografica e lo studentato più brutto dell'emisfero occidentale".
A Malatesta affida anche la nostalgia per le belle risse nelle trasferte dell'epoca d'oro della SPAL; nostalgia per la malavita ferrarese DOC, non ancora contaminata dai criminali stranieri. Tutto era più eroico, spontaneo e "folk", come solo nella memoria di chi si ripensa da giovane può essere.
Edito della neonata casa editrice Pessimeidee, anche la bella copertina di Daniele Tozzi merita una seconda occhiata, per cogliere il messaggio che vi è nascosto.

Lo consiglio per chi ha voglia di un giallo veloce, un pulp ferrarese dal ritmo serrato, decisamente nero ma anche casereccio, come un cappelletto piccante.
 
Pagina aggiornata il 04-12-2020 da Biblioteca Luppi - Pagina visualizzata 1501 volte