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Certezze e Dubbi di un ateo cristiano in quattro film: Ingmar Bergman

Giovedì 18 aprile 2024, ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

La vita e le opere del grande regista svedese in un percorso psicobiografico

Conferenza di Stefano Caracciolo, già Professore Ordinario di Psicologia Clinica, Dipartimento di Neuroscienze e Prevenzione (Università di Ferrara)

Ingmar Bergman (1918-2007) nasce a Uppsala, in Svezia, nella famiglia ricca di un pastore luterano. La rigida e violenta educazione a cui fu sottoposto ne fece presto un ragazzino difficile, perso fra sogni e fantasie, con una insana passione per le immagini in movimento, come egli stesso racconta nella sua autobiografia che intitolò Lanterna Magica. In questa situazione familiare traumatica ed oppressiva si trovano le radici dei suoi dubbi esistenziali e in particolare della sua continua ricerca di Dio, alla luce della religione luterana della cultura svedese e in nome del padre, prete alla Corte dei Reali di Svezia. La relazione traumatica con i genitori lo indusse dapprima a rinchiudersi in un suo mondo segreto che potesse riscattare quello reale ma quando ancora bambino gli venne regalato un cineproiettore individuò nelle luci e nelle ombre dello schermo del cinema una via per esorcizzare i suoi demoni interiori. Prima regista teatrale e ben presto cinematografico, divenne fra i più grandi registi della storia del cinema grazie a numerosi film (oltre 50 fra pellicole per il grande schermo, documentari e sceneggiati televisivi) che hanno scandagliato quasi tutte le più profonde vicissitudini dell’anima, dai contenuti spesso angoscianti e dolorosi e attraversando moltissimi temi della psicopatologia e della sofferenza mentale, come il suicidio, la schizofrenia, il dolore psichico della perdita ma anche il mondo interno dell’inconscio e le profondità della memoria. In una vita caratterizzata da grandi successi e costellata di eventi dolorosi ha attraversato crisi personali che lo hanno portato a episodi acuti culminati anche in ricoveri in reparti psichiatrici. Si è ritagliato un suo angolo prediletto di mondo nell’isoletta di Färø, dapprima conosciuta come set di riprese per alcuni suoi capolavori, in seguito divenuta sua dimora stabile dove condusse gli ultimi anni della sua vita e attualmente trasformata in un ‘museo Bergman’ a cielo aperto. La sua opera cinematografica monumentale sarà ripercorsa, parallelamente allo snodarsi delle vicende della sua vita, analizzando quattro fra i suoi capolavori: Il Settimo Sigillo (1956), Il Posto delle Fragole (1957), Persona (1965), e L’Immagine allo Specchio (1976).

Per il ciclo “Anatomie della mente”, Conferenze dei Giovedì di Psicologia, Anno XVII

 

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