Dottoressa, mi può visitare a distanza?
Giovedì 16 maggio 2024, ore 17
Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara
La telemedicina nel rapporto medico-paziente
Incontro con Stefano Tugnoli (Psicoterapeuta e Psicoanalista associato della Società Psicoanalitica Italiana) e Stefano Caracciolo (già Professore Ordinario di Psicologia Clinica, Università di Ferrara)
Il progresso tecnico e scientifico degli ultimi decenni ha consentito alla medicina di disporre di strumenti sempre più sofisticati per effettuare procedure diagnostiche e terapeutiche “in distanza” dal paziente, senza la stretta necessità dell’incontro fisico. Il rapporto medico-paziente trova oggi nella comunicazione tecnologicamente mediata uno spazio ricco di risorse, in grado di migliorare l’efficacia dell’intervento, aumentando però la complessità della pratica clinica e con importanti implicazioni per quanto riguarda la relazione tra il paziente e il professionista della salute.
La pandemia da Covid-19 e le limitazioni imposte nei periodi di lockdown, insieme alle ben note e drammatiche conseguenze sul piano sanitario e sociale, hanno inevitabilmente amplificato il ricorso alle tecnologie che consentono lo scambio di informazioni e l’intervento clinico “in remoto”: medico e paziente situati in due luoghi diversi, senza che questa distanza impedisca una immediatezza dell’azione. In particolare, il campo dell’intervento sulla salute mentale sta vedendo, a seguito della pandemia, uno sviluppo poderoso degli interventi in distanza, dalle consultazioni psichiatriche ai trattamenti psicoterapici. Gli interventi si avvalgono delle innumerevoli tecnologie che consentono l’interazione “online”: Skype, WhatsApp, Zoom, Meet, solo per citare alcune applicazioni di ampio utilizzo, fanno ormai parte dell’armamentario operativo di psichiatri, psicoterapeuti e psicoanalisti che possono oggi “raggiungere” i loro pazienti “là dove si trovano”, superando i limiti di ordine spazio-temporale che hanno in passato connotato la prassi clinica tradizionale. Tutto questo non va, ovviamente, a sostituire l’approccio tradizionale, ma a quello va ad integrarsi, ampliando significativamente il campo delle possibilità di intervento. Si tratta di un fenomeno non certo nuovo nella pratica psicoterapeutica (già negli anni ’50, negli Stati Uniti, c’erano analisti che facevano le sedute telefoniche), ma che in questi anni di pandemia ha assunto proporzioni tali da rendere necessario comprendere, sul piano scientifico, cosa effettivamente accade nella “seduta online” e, più estensivamente, nella “relazione online” tra paziente e terapeuta. Alcuni studi sembrano confermare che la psicoterapia online può essere efficace tanto quanto quella attuata in presenza e che, almeno per alcune tipologie di pazienti, può risultare addirittura meglio praticabile. Sono però molteplici le problematiche e gli interrogativi che non possiamo trascurare:
- Come si delineano, agli occhi dell’uno e dell’altro, la figura del terapeuta e quella del paziente in assenza dei loro corpi? In mancanza di una interazione diretta che li veda fisicamente contemporaneamente presenti nello stesso spazio concreto?
- Cosa cambia in termini di qualità della comunicazione se pensiamo al fatto che, inevitabilmente, nella interazione online si perde gran parte della comunicazione non verbale?
- Cosa cambia nelle caratteristiche della relazione e nelle possibilità di contatto empatico tra persona che soffre e terapeuta convocato alla cura?
- La psicoterapia online è utilizzabile ed efficace per tutte le forme di disagio psicologico? Oppure ci sono situazioni per le quali è preferibile, se non addirittura necessario, ricorrere all’intervento tradizionale?
Le tante questioni che si possono esplorare nel considerare le terapie online aprono poi uno spazio di riflessione più allargata sul fenomeno più generale della dialettica tra distanza e vicinanza, immediatezza e attesa, presenza e assenza, autonomia e dipendenza, contatto e relazione, aspetti particolarmente coinvolti nella soggettività delle “vite online” che sempre più caratterizzano il profilo antropologico della contemporaneità.
Per il ciclo “Anatomie della mente”, Conferenze dei Giovedì di Psicologia, Anno XVII
- Conferenze e Convegni
- 16-05-2024