Biblioteca Aldo Luppi
Infestante a chi?

Nei campi coltivati ogni tanto spunta un intruso.
I coltivi sono ambienti caratterizzati da forte disturbo, lavorazioni, sarchiature, immissione di concimi, diserbanti.
Nei rudereti, coltivi e incolti del ferrarese, tutti fortemente influenzati o addirittura del tutto determinati dalle attività umane, complessivamente vivono oltre 620 specie diverse, pari a circa il 50% della flora ferrarese.
Molte piante indesiderate, devono, come dire, "cogliere l'attimo", ovvero germinare appena la situazione lo permette e subito riprodursi per passare poi, nuovamente sotto forma di seme, il periodo invernale di condizioni avverse.
La vegetazione pioniera terofitica e infestante è costituita da piante molto differenti tra loro, accomunate da sviluppo di durata effimera in condizioni di stress elevati, o per disturbo antropico.

Foglie molto grandi e morbide, donde il nome comune, e bei fiori gialli ha il Cencio Molle (Abutilon theophrasti)

L' Amaranto ibrido (Amaranthus ibridus) proviene dalla fascia tropicale Americana. Mentre per i peruviani l’amaranto vale come l’oro perché i suoi chicchi sono un alimento molto nutriente e ricco di proteine per l'agricoltura industriale è un'erbaccia. Secondo alcune fonti viene ora soprannominato negli Stati Uniti pianta giustiziera . Secondo queste fonti l’amaranto cresce naturalmente vicino alle coltivazioni di soia Ogm e risulta talmente resistente che i diserbanti non riescono ad eliminarlo. Per la diffusione dell’amaranto come erba infestante pare che molti agricoltori abbiano dovuto abbandonare i campi coltivati con la soia transgenica per almeno 5000 ettari di terreni con altri 50 mila ettari a rischio negli Usa. Il fenomeno si è diffuso in North Carolina, Arkansas, Tennessee e Missouri dove l’amaranto sta ostacolando la coltivazione della soia Ogm.

Occorre un po' di attenzione per cogliere i piccoli fiori gioielli della mordigallina, rispettivamente blu e rosso di Anagallis foemina e Anagallis arvensins. L'origine del termine comune non l'ho trovata ma Anagallis deriva dal greco "rido" per la credenza popolare che tali piante avessero proprietà esilaranti. Foto Anagallis arvensis Di Jean-Jacques MILAN - Created by Jean-Jacques MILAN, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=170663

Bella e utile la Cicoria (Cichorium intybus). Questa pianta trova impiego come succedaneo del caffè, aromatizzante della birra, dolcificante, ma anche come biocarburante. Foto Cicoria Di I, Manfred Heyde, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2306094

Il convolvolo o vilucchio (Convolvulus arvensis) è una pianta perenne con un rizoma sotterraneo che ogni anno emette radici e fusti.

Non bella ma interessante dal punto di vista botanico è la Cuscuta campestris originaria del Nord America: non possiede radici e, allo stadio adulto, non è neanche in grado di fare la fotosintesi clorofilliana. Vive del tutto a spese dell’ospite ricavandone acqua e nutrimento.Gli studi effettuati hanno stabilito che ogni cuscuta si fa guidare verso la pianta che preferisce captando degli specifici composti organici volatili.
Una volta raggiunta la pianta vengono prodotte delle piccole ventose dette austori che penetrano all’interno dei tessuti e cominciano a succhiare la linfa.

L'erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), con i suoi fiori gialli, compare nei campi abbandonati ed è ritenuta molto preziosa, se non quasi magica, da chi si autoproduce vari preparati fitoterapici. Foto Iperico Di fir0002flagstaffotos [at] gmail.comCanon 20D + Tamron 28-75mm f/2.8 - Opera propria, GFDL 1.2, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=496220


La raccolta di piante utili può continuare nel nostro campo con la Malva (Malva sylvestris) e la Camomilla ( Matricaria chamomilla ).

Belli i fiori bianchi a stella del Latte di gallina (Ornithogalum umbellatum) che viene anch'esso usato in erboristeria, con attenzione perchè il bulbo contiene alcaloidi tossici. Ornitogallum Di Meneerke bloem - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10349873

Occorre un po' di attenzione per vedere i piccoli fiori gialli dell'acetosella dei campi, diffusissima e parente dell'Oxalis coltivata nei nostri giardini, l'Oxalis corniculata.

Così come dovremo guardare con attenzione per vedere i piccoli fiori azzurri delle Veroniche (tre le specie più comuni nelle nostre zone) e del Non ti scordar di me.

Concludo con quello che per me è il re dei fiori di campo e, complice De Andrè, capace di commuovermi: il papavero comune (Papaver rhoeas). Fiore che sarà anche infestante ma offre a fotografi, pittori o semplici contemplatori della campagna splendide macchie rosse nell'oro dei campi.
Libri

Una giornata di giugno, una distesa di papaveri che ondeggia vicino a un campo di grano. Immagine vivida, ormai inconsueta, che offre l'incipit al racconto: una storia di famiglia che abbraccia la seconda metà del Novecento e sconfina nel nuovo millennio, senza tralasciare il ricordo di tempi remoti. I fatti narrati, inseriti nello scorrere quotidiano della vita di ciascun personaggio, sono arricchiti da parole e silenzi capaci di plasmare, nella loro pienezza, umori e sentimenti.

Nel cuore del Barrio de las Letras, il quartiere più bohémien di Madrid, tra stradine pedonali e piazzette ombreggiate, proprio dove si narra che abbiano vissuto Cervantes e Lope de Vega, esiste una piccola oasi verde ricca di fascino e profumi: il Giardino dell'angelo, il regno fiorito di Olivia. Nel suo negozio, all'ombra di un ulivo secolare, si incrociano le vite di cinque donne che comprano fiori. All'inizio nessuna lo fa per sé: una li compra per un amore segreto, un'altra per l'ufficio, la terza per la vecchia madre, la quarta per dipingerli e l'ultima, Marina, per una persona che non c'è più. Dopo la perdita del marito, infatti, Marina si sente completamente smarrita: ha occupato la poltrona del co-pilota per troppo tempo, lasciando a lui il timone della propria vita. Mentre cerca disperatamente un modo per rimettersi in piedi, si imbatte in Olivia e accetta di lavorare nel suo negozio. Lì conoscerà altre donne molto diverse tra loro, ma che, come lei, si trovano in un momento cruciale della propria esistenza per motivi lavorativi, sentimentali, familiari o di realizzazione personale...

È comune pensare alla botanica come a una scienza noiosa. Invece il mondo animale, si pensa, è molto più vicino a quello umano per la varietà dei comportamenti e della "moralità". Le piante non si muovono, non pensano, insomma vegetano... E se non fosse così? Giorgio Celli, noto etologo ed entomologo, con il suo tipico humour che stempera il rigore scientifico, ci guida in un viaggio pieno di sorprese e curiosità alla scoperta dei comportamenti vincenti nella lotta millenaria per la sopravvivenza delle piante. Tra patate che mettono in fuga gli afidi segnalando chimicamente la presenza di una coccinella e certe orchidee che si "travestono" al tatto e all'olfatto da femmina di imenottero così che i maschi, copulando di fiore in fiore, portano con sé il polline, gli esempi di astuzie si moltiplicano come in una commedia degli equivoci.
Ma Celli si spinge oltre. Rielaborando sapientemente idee dei grandi naturalisti del passato, da Darwin a Haeckel a Fechner, avanza ipotesi e domande suggestive su un'ipotetica "intelligenza" delle piante. La scoperta di un'attività elettrica simile a quella dei nervi umani nelle radici delle piante può spingerci a ipotizzare che sia una forma di sistema nervoso dei vegetali? Di certo, se le piante mentono ai predatori, comunicano fra loro e si adattano alle pressioni dell'ambiente, allora vuol dire che in Natura l'"intelligenza" è un concetto molto più elastico di quanto siamo pronti a capire.