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La geografia serve a fare la guerra? Geografi, nazionalismi e confini "naturali"

lunedì 5 novembre 2018 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara
Sala Agnelli

Presentazione del libro di Massimo Rossi

Edito da Fondazione Benetton studi e ricerche con Antiga edizioni (Treviso, 2016)
Dialogano con l’Autore Franco Cazzola e Anna Quarzi
Letture di Cristina Rossi
Nel Centenario della Grande Guerra porsi questo interrogativo significa riconsiderare il ruolo e il potere che ebbe il sapere geografico tra fine Ottocento e inizi Novecento, l’età dei nazionalismi, quando elaborare la carta della giovane nazione italiana significava esprimere speranze di redenzioni territoriali attraverso il disegno di nuovi confini. Ma la deriva nazionalistica impose anche nuovi nomi a luoghi e monti cambiando addirittura genere ai fiumi (la Piave/il Piave) semplificando un intenso dibattito che vide come protagonista il trentino Cesare Battisti.
Massimo Rossi, geografo storico, si è laureato con lode in Lettere all’Università di Ferrara e ha conseguito il dottorato di ricerca in Geografia storica presso l’Università di Genova. Vincitore di una borsa di studio della Newberry Library di Chicago, ha lavorato all’Istituto di studi rinascimentali di Ferrara come coordinatore dell’Archivio storico della cartografia estense. Ha insegnato Geografia allo IUAV di Venezia e all’Università di Ferrara. Socio della Deputazione di Storia Patria per le Venezie e membro del direttivo nazionale del Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici, è responsabile della Cartoteca e dell’area di ricerca Studi geografici della Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso.
A cura della Deputazione Ferrarese di Storia Patria e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

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