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Lettura di un duale ovidiano: Tiresia e Narciso

mercoledì 30 gennaio 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara
Sala Agnelli

Conferenza di Claudio Cazzola

(Metamorfosi, libro terzo, vv. 316 ss.)
«D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima»: così si presenta la quarta definizione proposta da Italo Calvino nel suo Perché leggere i classici (Milano, Mondadori, 1991, p. 13). Sia di guida codesta sentenza, giacché può costituire efficace esortazione a riprovare, compulsando la pagina ovidiana, il medesimo radioso stupore della prima volta, accresciuto però dal fatto di non aver notato, in precedenza, quel particolare, quella sfumatura, quella piega testuale nascosta. Lo schema progettuale delle Metamorfosi ovidiane risponde soprattutto a due esigenze d’Autore: da un lato raccontare, tramite un «carmen perpetuum», la storia del mondo dal Chaos primordiale al tempo della scrittura, e, dall’altro e in modo ben più sentito, instaurare una vera e propria sfida (in latino «aemulatio») con i modelli consacrati, dalla recentissima – allora – Eneide virgiliana ai poemi omerici. La scelta è caduta sulla narrazione delle vicende di un “duale” – così detto, più forte ed espressivo il vocabolo rispetto alla normale “coppia” – costituito da Tiresia e Narciso, personaggi  accomunati dall’organo della vista, che, secondo Aristotele, ci offre maggiori esperienze rispetto alle altre sensazioni, rendendoci chiare tutte le differenze fra le cose (parafrasi libera di Metafisica, A, 1, 980a Bekker).
A cura del Gruppo Scrittori Ferraresi

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