ANGELICA INCATENATA, ANGELICA LIBERATA
Venerdì 15 aprile ore 17
Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara
A cura di Roberto Roda
Un “tormentone” artistico tra Ottocento e contemporaneità
A cura di Roberto Roda
Esiste almeno un artista che, nell’arte figurativa degli ultimi due secoli, dunque nell’era della modernità industriale, abbia resistito alla tentazione di tornare ad avventurarsi nella fiaba ariostesca per spogliare Angelica e esporla alla bramosia famelica dell’orca? La domanda è ovviamente retorica, provocatoria, perché le “Angeliche liberate” non sembrano temere le mode e attraversano indenni, leggiadre e, naturalmente svestite, il neoclassicismo (Ingres), le fantasie simboliste (Redon, Vallotton), i sogni della Metafisica e del Surrealismo (De Chirico, Savinio, Dalì). Quali sono le ragioni antropologiche di un tale duraturo successo? La vicenda di Angelica salvata da Ruggiero, nelle fantasie degli artisti degli ultimi due secoli divampa, ma pure si confonde, spesso, con il mito greco di Perseo che libera Andromeda e con la leggenda di San Giorgio che salva la principessa, al punto da alimentare un unico racconto figurativo fluido e popolare, dove tutti i protagonisti delle varie vicende (Perseo, San Giorgio, Ruggiero, Andromeda, Angelica e la principessa di Lidia) si inseguono, si incontrano e, non di rado, si scambiano i ruoli, giocando a rimpiattino per la gioia degli osservatori.
L’incontro è parte del ciclo Il Presente Remoto, a cura del Centro Etnografico Ferrarese
- Conferenze e Convegni
- 15-04-2016